Il cuore è un muscolo che lavora continuamente, consumando un’enorme quantità di energia. Per il suo corretto funzionamento, ha bisogno di una buona irrorazione sanguigna, garantita normalmente da un adeguato funzionamento delle coronarie, i vasi arteriosi e venosi che lo avvolgono. Spesso, tuttavia, questi vasi “invecchiano”: l’aterosclerosi è la causa più comune che provoca le insufficienze coronariche, cioè quei difetti circolatori che riducono notevolmente o addirittura azzerano
la loro funzionalità.
Se uno dei vasi coronarici si occlude (ad esempio a causa di un deposito aterosclerotico o, più spesso, a causa di un coagulo sanguigno)
il cuore non riceve più un adeguato sostegno di ossigeno e nutrienti e non
può più lavorare con un’energia adeguata, né mantenere un ritmo uniforme.
Ciò provoca una “sofferenza cardiaca” che si manifesta con un dolore che si irradia in varie parti del corpo (dal petto alla schiena, dalle braccia al collo, dalle mascelle alla zona sovraombelicale o epigastrio),
con un senso di oppressione e di soffocamento, sudori freddi, nausea e vomito.
Nei casi più gravi, la porzione del miocardio che non riceve sufficienti nutrienti necrotizza: le cellule muscolari cardiache iniziano a morire e il muscolo perde, in quella zona, ogni funzione vitale: è l’infarto miocardico, noto come “attacco
cardiaco”
Gli effetti di questa improvvisa perdita di funzionalità sono diversi a seconda dell’estensione della parte
colpita da necrosi: si va dall’infarto cosiddetto “silente”, nel quale si ha una totale mancanza di sintomi, a un grado di invalidità permanente che può essere molto va-riabile, alla morte, che colpisce un infartuato su 3.
Anche se circa la metà delle persone colpite da infarto ritorna in poco tempo a una vita normale, spesso, all’infarto, si sovrappongono altre complicanze che possono avere serie conseguenze: la comparsa di un ritmo abnorme nelle pulsazioni cardiache, accelerato o irregolare, che impedisce il corretto funzionamento del cuore è la più frequente.
I fattori che concorrono a determinare questa grave patologia sono molti: l’età, la presenza di precedenti in famiglia, il sesso maschile, l’obesità, la schiavitù al fumo, il diabete, L’ipertensione, ma anche una scarsa attività fisica e un’alimentazione troppo ricca di grassi animali.
L’ INFARTO

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